La Cantatrice Calva

“La Cantatrice Calva” non è una commedia, ma un’anticommedia ed è la prima opera teatrale che inaugura il cosiddetto “Teatro dell’assurdo”. Insensatezza, nel linguaggio e nella vita: questi i veri protagonisti che fanno dell’opera un’anticommedia incentrata sul controsenso della vita e sull’incomunicabilità.
La logica che governa la scena e la “vicenda” è l’illogicità: il divertimento e l’ilarità sono assicurati dalla banalità, dall’incoerenza, dalle contraddizioni della conversazione e dalle azioni e dagli assurdi conflitti che nascono fra i personaggi per assurdi motivi per spegnere i quali intervengono addirittura due Capitani dei pompieri. In un interno borghese inglese, dove ogni particolare vuole evocare “l’inglesità”, una grande pendola inglese scandisce il tempo con rintocchi casuali portando lo spazio temporale dell’azione nella dimensione dell’assurdo. Ma chi è la Cantatrice calva, un personaggio che non compare mai, se non evocato verso la fine della piéce? Non si sa chi è questa figura che dà il titolo all’opera. È inutile domandarsi che cosa rappresenti tale personaggio. Più utile è concepire la cantatrice come l’immagine di un teatro che crolla, come un titolo che nomina ciò che nella vicenda non c’è.

Durata: 70′
Genere: Commedia dell’assurdo
Regia: Massimo Dal Poggetto
Produzione: “La Gioiosa Compagnia” della “Associazione 50&più” di Lucca